Le cinque più grandi aziende tecnologiche statunitensi spendono nel complesso circa 90 miliardi di dollari all’anno per la logistica. Ossia per realizzare magazzini e data center, il doppio rispetto al 2015. Esaminiamo le strategie di aziende come Amazon, Google e Uber, nella corsa al primato nella logistica.

Amazon: la logistica che sfrutta i dati sugli acquisti
Il colosso ha a disposizione una grande mole di dati e di analytics sugli acquisti e le ricerche compiute dagli utenti. Si tratta di un indubbio vantaggio, perché permette di ottimizzare le modalità di consegna. Nella Top 25 mondiale della supply chain nel 2019, Amazon è stata confermata tra i “Masters”, insieme a McDonald’s, Apple, P&G e Unilever.

Con il servizio di Logistica, Amazon si occupa dello stoccaggio, della consegna ai clienti, dell’assistenza clienti e della gestione dei resi. Sono disponibili anche servizi facoltativi, come l’etichettatura, la preparazione e imballaggio, o il servizio di confezionamento regalo. Il Fulfillment by Amazon (Fba), come spiega Agi, prevede una serie di incentivi. I prodotti che sono in magazzino vengono segnalati sulla piattaforma con il bollino “Gestito da Amazon”, che dovrebbe essere una garanzia nei confronti dei clienti.


Google e i droni per la consegna

Un altro grande colosso, Google, sta partecipando attivamente per accaparrarsi un posto importante nella logistica. In questo caso, il grosso passo avanti è stato fatto nella consegna. La divisione Wing della Alphabet Inc, struttura societaria dietro al motore di ricerca Google, ha infatti lanciato il primo servizio di consegna via drone negli U.S.A., in collaborazione con FedEx e con Walgreens, la seconda catena di farmacie negli Stati Uniti. Dopo il via libera a Google da parte dell’ente americano che regola il traffico aereo, anche Amazon e Uber starebbero per lanciarsi nelle consegne via drone, secondo le indiscrezioni. 

                                                          

Le altre multinazionali del settore tecnologico

Uber prova a reinventarsi con Uber Rush e Uber Freight

Dal “passaggio” ad una persona, al trasporto della merce il passo è breve. Uber ci ha provato con Uber Rush, società specializzata nelle consegne dell’ultimo miglio che impiegava freelance come corrieri, invece che come autisti di persone. Il servizio di consegna pacchi, però, non si era mai esteso oltre i territori di New York, San Francisco e Chicago, ed è stato poi chiuso nel 2018. Secondo le statistiche condivise da Uber, il 21% della distanza coperta dagli autotrasportatori nel vecchio continente durante la loro attività è percorsa senza alcun carico a bordo.

La corsa al food delivery

Amazon è già entrato nel mercato del food, e, come abbiamo visto, le prime consegne via drone di Google hanno interessato proprio l’alimentare.
Anche Uber non vuole farsi sfuggire questa opportunità e ha recentemente acquisito Cornershop, una startup attiva nel settore del food delivery. Come riportato da Axios, si tratterebbe dell’ennesima scommessa da parte di aziende Big Tech sul fatto che i dati sono la chiave per vincere nel settore delle consegne.

I big avranno il monopolio?

Il valore della logistica, a livello mondiale, è pari a 8,1 trilioni di $ e si prevede che raddoppierà entro il 2023. Negli Stati Uniti il settore rappresenta l’8% del PIL e impiega più di 5 milioni di persone. Per stare al passo con i tempi, la logistica si sta innovando velocemente per poter rispondere alle sfide del momento: consegne sempre più veloci, più economiche e più sostenibili.

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